Vinsanto

Il Vinsanto: il vero gioiello di ogni famiglia toscana!

Il Vinsanto: "Opera d'arte unica", così lo definisce Guido Gianni, delegato della Accademia Italiana della Cucina.
"Risultato della cultura e testimone dell'ospitalità in Toscana" secondo l'enologo Giacomo Tachis.

COLLEFRESCO: (malvasia e trebbiano) è il vinsanto del Chianti che si produce a Poggiotondo. Viene vinificato tra la fine di febbraio ed i primi di marzo, matura in caratelli di varie grandezze per cinque anni e riposa in bottiglia 12 mesi.

Hanno partecipato al 1° Concorso Provincia di Arezzo Vinsanto & Vinsanti:

Le Famiglie di SUBBIANO:
SIRO CACCIALUPI "Il Vinsanto del Pasciale"
GIUSEPPE BAGLIONI "Il Vinsanto de le Vaglie"
OSVALDO MAZZIERLI "Il Vinsanto del Tapi"
FRANCESCO BARELLI "Il Vinsanto di Cecco"
ROBERTO RODINO "Il Vinsanto del Rodino"
GILBERTO MARCONI "Il Vinsanto del Marconi"
GIOVANNI CALORI "Il Vinsanto del Nanni"
MARINO BIONDI "Il Vinsanto del Biondi"
ROBERTO ESPOSITO "Il Vinsanto dello Zipolla"
 
Le Famiglie di CASTELNUOVO:
PASQUALE INNOCENTI "Il Vinsanto di Pasqualino"
VIRGILIO FRANCIONI "Il Vinsanto di Virgilio"
ALVARO LAPPOLI "Il Vinsanto del Lappoli"
 
Le Famiglie di S.MAMA: 
FERDINANDO GUERRA "Il Vinsanto delle vecchie Cantine"
 
Le Famiglie di FALCIANO:
DOMENICO MENGHINI "Il Vinsanto del Menghini"
VALERIO PICINOTTI "Il Vinsanto dei Pianelli"
 

Da "il Vinsanto di Pasciale": l’uva raccolta viene messa nei cannicci per appassire un po’ fino alla luna di gennaio, dopo viene stretta con il vecchiostrettoio a mano, senza essere frangolata o pigiata nel bigone perché si “dinerba”. 
 
Da "il Vinsanto de le Vaglie": il Vinsanto de le Vaglie è una tradizione da sempre conosciuta nel paese sin dai tempi più antichi, nei primi anni del ‘900 il podere era di proprietà di Orazio Lapini, brillante e arguto scrittore locale, che ben conosceva vizi e virtù del popolo Subbianese, e grande estimatore del Vinsanto, tanto da far arrivare direttamente dalla Grecia appositi vitigni, tuttora presenti nei piccoli filari chiusi antichi oppi a confine dei terrazzamenti. 
 
Da "il Vinsanto del Tapi": il Vinsanto una vera sorpresa quando si apre il caratello è da sempre una cosa preziosa, e allora il Tapi in tre anni: tra matrimoni, rinfreschi e battesimi ha offerto vinsanto a più di 700 persone, che hanno saputo apprezzarlo. 
 
Da "il Vinsanto di Cecco": Cecco per il Vinsanto sceglie la malvasia e uva nera al 50%, l’uva scelta prima della vendemmia viene appesa grappolo per grappolo al soffitto dei fondi, dove vi rimane fino alle feste di gennaio. 
 
Da "il Vinsanto del Rodino": un antico detto cita: “un caratello ben avviato ha più valore di qualsiasi altra cosa, che all’occhio sembrerebbe più preziosa”. 
 
Da "il Vinsanto del Marconi": per dare giusta importanza al Vinsanto, ogni nascita è celebrata con due bottiglie di Vinsanto, che sigillate rimangono nella cantina a testimoniare il tempo che passa, ma mantenendo intatta questa bontà, connubio della natura con l’uomo. 
 
Da "il Vinsanto del Nanni": i vigneti a vigna fitta e sparsa sono curati come un tempo e con attenzione verso le tradizioni, come la potatura delle viti bianche, che ancor oggi viene fatta con la luna buona. I grappoli vengono scelti dalle viti di malvasi bianca e nera, canaiola, sangiovese e anche trebbiano per dare lucentezza al Vinsanto. 
 
Da "il Vinsanto di Marino": l’apertura avvenuta nell’inverno del 1986 recò il piacere al palato di Marino e una ristretta schiera di amici, forse, il beneficio alla salute dello stesso Marino che, si narra, in quell’inverno non prese neanche un raffreddore 
 
Dal "il Vinsanto dello Zipolla": l’unica minaccia alla sua arte, la moglie Ivana che mal sopporta i moscerini, che arrivano a gustarsi in cantina le uve semiappassite in una casa nuovissima, un’arte che però si sa far perdonare... dopo un’assaggio con un buon cantuccio. 
 
Da "il Vinsanto di Pasqualino": il Vinsanto nasceva soprattutto per essere offerto in occasione di battiture con i biscotti, ma è rimasto anche il regalo più pregiato ed apprezzato da amici e parenti. 
 
Da "il Vinsanto di Virgilio": il Vinsanto di Virgilio viene prodotto con uve varie, ma sempre appartenenti a vecchi vitigni come canaiola e malvasia, viene quindi messo in caratelli di castagno, legno scelto perché non conferisce al Vinsanto aromi particolari... 
 
Da "il Vinsanto del Lappoli": le uve selezionate, sangiovese, malvasia, albano, per dare al Vinsanto un gusto più amabile lasciando la bocca asciutta alla degustazione. 
 
Da "il Vinsanto delle Vecchie Cantine": i caratelli, stuccati con cemento, sono messi proprio come un temponella soffitta, in modo che il Vinsanto senta il passaggio delle stagioni, il caldo e il freddo. Rimane così a riposare per 4 o 5 anni. 
 
Da "il Vinsanto del Menghini": un piccolo aneddoto da ricordare per dare giusta importanza al Vinsanto di questa famiglia ci rimanda alla II° guerra mondiale, quando una damigiana svestita e chiusa con ceralacca, fu sotterrata per sottrarla ai tedeschi, un Vinsanto eccellente come testimoniano le 7 bottiglie ancora presenti nella vecchia cantina, che ne conserva altre datate 1922 contenenti il Vinsanto imbottigliato dal babbo di Domenico... per festeggiare la nascita del figlio. 
 
Da "il Vinsanto dei Pianelli": il mosto concentrato e dolce si mette nel vecchio caratello appena liberato dal Vinsanto precedente, dove vi rimane per i successivi tre anni.