Alpe di Catenaia

Comincia con boschi di quercia ben curati, per passare ai cerri posti sulle prime pendici, gli immensi boschi di castagni per salire sino ai 1100 metri di altitudine con le secolari faggete, i prati della Regina e raggiunge il suo culmine con il monte Castello a 1414 metri.

Osservando il territorio di Subbiano inserito nel contesto casentinese ci si accorge che la bellezza della media montagna è la stessa e in ugual misura ricercata dai turisti domenicali ed estivi che alle abetine camaldolesi preferiscono una flora più varia che comincia con boschi di quercia ben curati, per passare ai cerri posti sulle prime pendici dell'Alpe di Catenaia per addentrarvisici completamente con gli immensi boschi di castagni tanto belli da sembrare un giardino ben curato, per salire sempre più in alto sino a raggiungere i 1100 metri di altitudine dove il colore del bosco cambia assumendo la tonalità di un verde cupo con le secolari faggete che circondano uno degli angoli più incantevoli del Casentino, ma che solo per gli amanti delle camminate e dato da vedere: i Prati della Regina, un tappeto erboso privo di ogni albero tra una cortina di faggi che raggiunge il suo culmine con il monte Castello a 1414 metri.

Scendendo di pochi metri il prato si giunge al monte Altuccia a 1407 metri da dove nelle giornate terse l'occhio spazia fino all'Adriatico cogliendo in lontananza il profilo del grattacielo di Cesenatico e subito sotto, abbassando lo sguardo ecco stagliarsi nitidamente la Valtiberina con i suoi centri urbani, le sue colline e pianure…. Ma facendo una giralvolta veloce ecco la piana di Arezzo e l'alta valle dell'Arno… tutto si può sui Prati della Regina… incontrare cinghiali, cavalli, pecore o osservare il volo di aquile e falchi, di uccelli migratori per poi sedersi tranquilli e godere della musica del vento, ma si può anche proseguire scendendo verso il piccolo lago incastonato tra i prati e la Casetta del Vaccaio rifugio di un tempo per pastori e guardiani di mandrie di bovini al pascolo che conserva ancora gli antichi anelli e gli abbeveratoi, e oggi rifugio per tutti.

Se le abetine camaldolesi si stagliano nel cielo eleganti ed altere ma sempre cupe, l'orizzonte del territorio di Subbiano è una tavolozza di colori che scandisce lo scorrere del tempo, che segna il passare delle stagioni…. Marroni, verde intenso, giallo, ocra, rosso… colori che si alternano a scenari articolari come il piccolo anfiteatro naturale di prato che si incontra in località Fonte al Berigno, raggiungibile anche in auto, meta di tantissimi turisti che in estate vi arrivano sia per la frescura che per dissetarsi con le buone e fresche acque che sgorgano naturali, un ottimo punto anche per una sosta grazie alla presenza di un bel rifugio con griglie e tavole il legno naturale.

Altro scenario che si alterna al verde è lo spoglio "Sasso" una roccia a picco ben visibile anche da Subbiano dalla cui sommità, completamente a prato, amici deltaplanisti amano lanciarsi per un silenzioso volo a vela che li trasporta fino a valle in manifestazioni che catturano sempre l'attenzione del pubblico.

Scendendo si trova Casa al Taverni vecchia abitazione ristrutturata dalla Comunità Montana da cui partono percorsi escursionistici interessanti e ben segnalati.

Piu' a valle si costeggia Vallomagna a circa 900 metri con una vecchia casa colonica ristrutturata concessa in affitto a gruppi scout e associazioni dalla Comunità Montana del Casentino, una terrazza naturale che guarda la vallata dell'Arno sottostante vicino alle "tre fonti" dove l'acqua sempre fresca e natura sgorga anche in piena siccità annoverando file di persone che vengono ad imbottigliarla. Vallomagna è stata però scoperta anche dagli amanti delle camminate e puntualmente da monti anni è l'arrivo della camminata castelnuovese che nell'ultima domenica di agosto parte dal Castello della Fioraia di Castelnuovo snodandosi per i sentieri dell'Alpe di Catenaia in un bel ritrovo estivo sia sportivo che di amicizie.

Tutta l'Alpe di Catenaia è percorribile facilmente a piedi seguendo i sentieri segnalati con partenza da Falciano e che si addentrano nei boschi o seguono i crinali e traversano luoghi dai nomi suggestivi come la Fonte delle Sette Vene o la Pozza delle Strosce. Da questa terra monuosa scaturiscono i torrenti Sovara e Singerna, affluenti del Tevere, mentre sull'altro versante si gettano nell'Arno il rio Cantalupo a Valenzano e il Torrente Gravenna che scorre sotto Vogognano.